I primi cenni storici ci vengono dai Romani, i quali occuparono la Liguria molto gradualmente portando avanti lo sviluppo della Via Aurelia per collegare a Marsiglia. Ma i traffici lungo questa via non erano mai sicuri, le tribù dei Liguri assalivano continuamente i convogli romani con la tattica della “guerriglia”, senza mai affrontare uno scontro diretto. Infatti Roma riuscì a sottometterli vincendo l’unica battaglia in cui i due eserciti (ingauno e romano) si affrontarono in campo aperto.
Con l’accrescersi degli scambi commerciali e soprattutto degli impegni militari, l’impero romano ebbe l’esigenza di costruire una strada capace di essere percorsa dalle grandi macchine da guerra. L’imperatore Augusto, nel 13 a. C., fece costruire la via Julia Augusta. La strada, in buona parte della regione, ricalcava il tracciato della Aurelia, ma nella nostra zona si discostava da essa snodandosi molto più all’interno. Il tracciato della Julia Augusta, da Vado Sabatia a Borgio, è stato individuato in modo preciso. Nel tratto di Borgio le due vecchie strade sono ancora efficienti: l’Aurelia è via Santuario, la Julia Augusta è via Pian dei Rossi.
Con l’avvento del Cristianesimo , anche per la Liguria iniziò il periodo dell’evangelizzazione. Una pia leggenda dice che fu S. Pietro a fondare la prima comunità cristiana della zona, in ” San Pietro di Varatella “, località sita sopra il paese di Toirano. La chiesa di S. Pietro fu affidata ai monaci benedettini, unitamente a molti possedimenti che giungevano fino al rio Botassano di Borgio. Sulle rovine del Pollupice i monaci di S. Benedetto iniziarono la loro opera, creando il primo centro di civiltà cristiana nella nostra zona.
Alla morte di Carlo Magno (814) l’impero entrò in crisi. Sul finire del 950 venne incoronato re d’Italia Berengario II, il quale decise di dividere la Liguria in tre marche, che prendevano il nome dal nobile posto a capo. I nomi erano: Arduinica, Aleramica e Obertenga. La marca Arduinica si estendeva dal regno di Provenza fino al fiume Pora, alle porte di Finale, rendendo Borgio e Verezzi paesi di confine. Le marche erano divise in comitati. Borgio (Burnus Albingaunum) e Verezzi (Veretio o Veretium) rimasero a lungo con questo assetto territoriale, tranne un breve periodo in cui furono acquistati dal marchese di Finale (1212), per poi tornare al vescovo di Albenga.
Nel 1385, papa Urbano VI , prigioniero del re di Napoli, chiese aiuto alla Repubblica di Genova dietro compenso di 60 000 fiorini. Poiché, liberato, non disponeva di tale somma la Santa Sede cedette alla Repubblica il Borgo ed il castello della Pietra con le Ville di Borgio e Verezzi, Giustenice, Toirano e altre terre.
Inizia così un periodo aureo per le nostre terre, destinato a durare fino alla venuta di Napoleone . Quattro secoli in cui è cresciuta la vita civica, il senso del “Comune” e il concetto di vita repubblicana, con l’elezione dei propri rappresentanti da parte del popolo.
La Repubblica era divisa in podesterie: Borgio e Verezzi facevano parte della podesteria della Pietra con il nome di ville. Ogni villa era retta da tre consoli, eletti dai cittadini, i quali rispondevano direttamente al podestà residente alla Pietra. Genova voleva mantenere distinta l’autorità ecclesiastica dal potere civile e per questo favorì la nascita di feste civili fra cui, la più importante, era il Con fuoco (Cunfögu). Per noi “U Cunfögu” si svolgeva alla Pietra la domenica prima di Natale, dove i rappresentanti delle ville si recavano per rendere omaggio al podestà. Durante la cerimonia viene bruciato, al centro della piazza, una grande quantità di alloro. Le ceneri di alloro venivano conservate perché “propiziatrici di ogni bene terreno”.
In primavera poi il podestà si recava a Borgio per ricevere i “Dovuti omaggi” dai consoli delle ville. Dalla piazza della chiesa il corteo, composto dal podestà, dai consoli e i notabili del luogo, proseguiva fino al centro della villa di Borgio. Il podestà riscuoteva le “Gabelle” o “avarie” e donava simbolicamente alla popolazione la bandiera della Repubblica di Genova.
Entrambe le cerimonie descritte si ripetono ancor oggi.
La difesa costiera, minacciata dai cosiddetti “Turchi e Barbareschi”, era affidata al corpo militare della Podesteria della Pietra. Verezzi e Borgio dovevano garantire contingenti ben precisi per i servizi di guardia, giorno e notte, al castello della Pietra. Questo sistema difensivo garantiva sicurezza a Pietra , Verezzi non aveva problemi grazie alla sua posizione strategica, al contrario Borgio era scoperta e indifesa non disponendo di alcun baluardo. A causa di ciò molte famiglie si trasferirono a Verezzi. Nel 1560 i borgesi rimasti chiesero alla repubblica di Genova il permesso di costruire una torre difensiva. Il Senato inviò Antonio Rodaro con un progetto di torre difensiva e con l’incarico di dirigere i lavori. L’opera fu subito intrapresa e nel 1564 fu compiuta. Questo baluardo è ancor oggi esistente e integro , si trova nella parte occidentale di Borgio, incastonato nelle case più antiche del centro storico urbano. Negli anni successivi i borgesi capirono che i Torrione non era sufficiente in casi di attacco e chiesero ed ottennero il permesso di costruire un baluardo difensivo in grado di ospitare tutta la popolazione. Fu così che nel 1588 terminarono la costruzione del ” Forte di Borgio “.
Nel XVII sec. Le truppe dei Savoia occupano tutte le Podesterie fino al territorio di Tirano. Ultimo baluardo di Genova a ponente era la Podesteria della Pietra con le Ville di Borgio, Verezzi e Giustenice. Le truppe piemontesi avanzarono ancora e il 30 maggio 1625, sotto le mura di Pietra, si svolse la battaglia decisiva. Per una serie di eventi favorevoli e per l’eroismo dei pietresi, le truppe savoiarde furono respinte in due assalti successivi. E’ certo che a questa battaglia presero parte anche uomini di Borgio, di Verezzi e di Giustenice.
In periodi di paura come questo si trovava svago in alcune feste tradizionali. Una di queste feste era la Turba, che aveva luogo a Borgio e a cui partecipavano tutti gli abitanti della Podesteria. La Turba è il carnevale di Borgio con origini antichissime. Sfilavano carri e maschere allegoriche, gruppi in costume e venivano simulati anche rapimenti da parte dei ” mori-saraceni “. Questa tradizione si è rinnovata fino agli anni ’50, con le ultime sfilate del dopoguerra.
Dalla seconda metà del ’600 fino a tutto il ’700 il livello sociale migliorò notevolmente e i pericoli di sbarchi da parte dei Saraceni si andarono man mano esaurendo.
Alla fine del 1700 i borgesi chiesero di poter costruire una chiesa sui resti del “Forte” , ormai inservibile. Nonostante la generale crisi che affliggeva gli altri centri, Borgio già aveva accumulato la somma necessaria e perciò le fu concesso il permesso. I lavori iniziarono nel 1789 e terminarono nel 1808 . La chiesa è a navata unica, la facciata è in stile neoclassico.
L’Ottocento si apre con l’arrivo dell’esercito di Napoleone , che dopo la battaglia di Loano, trovava un grosso ostacolo a Borgio: il tratto di Aurelia non poteva sostenere il transito delle macchine da guerra francesi. Con lavori imponenti la vecchia via Romana fu ribattezzata dalla gente con il nome ” Via Napoleonica “.
Caduto Napoleone, si giunse al Congresso di Vienna del 1815 , con una triste pagina di storia per la Liguria: la Repubblica di Genova fu annessa al Piemonte, piombando così in una monarchia assoluta. La Liguria , saccheggiata di ogni bene dai francesi e con attività portuali ridotte al minimo, si vide offesa anche nel proprio orgoglio di nazione. Ma gli abitanti furono capaci di trarre vuova linfa, proprio dal mare. Nuovi commerci, relazioni con l’America, portarono presto i liguri al livello di prima, aggiungendo anche la cantieristica e l’industria genovese.
Nel 1885 Verezzi ruppe il proprio isolamento inaugurando la “Carrozzabile” Borgio-Verezzi . La strada permise di rivoluzionare tutti i sistemi di trasporto fra Borgio e Verezzi.
La suddivisione amministrativa dopo il Congresso di Vienna per Borgio e Verezzi fu così ordinata:
– 1818-1847 i comuni fecero parte della Provincia di Albenga
– 1847-1929 Provincia di Genova
– dal 1929 Provincia di Savona
– 1933 Borgio e Verezzi furono uniti in un unico Comune